Biagio Longo

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La letteratura scientifica e l’Istituto Comprensivo di Laino Borgo ricordano ancora oggi Biagio Longo, insigne botanico calabrese che, per la sua intensa e proficua attività di studioso e ricercatore, è annoverato tra i più illustri indagatori e cultori della flora d’Italia.

La curiosità per la natura si manifestò sin dalla giovinezza quando, ancora studente, illustrò la flora dei luoghi natii. Sempre impegnato in tal senso, nel 1905, proprio sui monti del Pollino, identificò il Pinus Leucodermis, ritenuto, fino ad allora, specie esclusiva dei Balcani e lo denominò Pino Loricato. Fu promotore e sostenitore di un Parco Nazionale della Calabria da istituirsi nella Sila (1920).

Al suo nome sono stati dedicati i generi Longoa e Longopsis, le specie Ascospora Longoi e Polystachya Longoi, e una varietà: Schizophyllum commune var. Longoi.

Uomo dalla forte personalità, dal profondo senso della giustizia e dall’attaccamento alla famiglia, agli amici, ai conterranei e alla Patria. Riservato e cordiale, sempre pronto ad aiutare chiunque, le sue qualità umane gareggiarono con le sue doti di studioso e di maestro.

Considerava l’insegnamento il più gradito dei suoi doveri. Puntuale e perseverante nell’espletare un lavoro, esigeva altrettanta precisione e celerità dai suoi allievi che soleva così apostrofare: “Ma voi credete che gli uomini vivano quanto le Sequoie? La vita dell’uomo è un lampo e troppe cose ci sono da fare prima che si chiuda il suo corso”.

Nacque il 4 febbraio 1872 a Laino Borgo. Compì gli studi classici al Liceo di Cosenza e si laureò in Scienze Naturali a Roma nel 1895 dove iniziò la carriera nell’Istituto Botanico. Nel 1906 vinse la cattedra di Botanica nell’Università di Siena, insegnandovi per nove anni e fondandovi l’ Istituto Botanico. Nel 1915 venne chiamato all’Università di Pisa, dove rimase quindici anni e ricoprì anche la carica di Preside della Facoltà di Scienze e di Presidente della Società Toscana di Scienze Naturali. Nel 1924 si trasferì presso l’Università di Napoli dove diresse l’ Orto Botanico e la Stazione Sperimentale per le piante Officinali. Nel 1935 si recò nell’America Latina per un ciclo di conferenze. Nel 1942 divenne professore emerito dell’ Università di Napoli. Alla luminosa carriera di Biagio Longo non mancarono ambiti riconoscimenti accademici.

Trascorse serenamente l’ultimo periodo della sua vita a Roma -dove si spense il 29 Novembre 1950-, dedicandosi al riordino delle sue opere (200 ricerche e pubblicazioni), successivamente donate dal figlio al comune di Roma, città a Lui tanto cara per averLo accolto giovinetto, e che Gli ha dedicato una strada.