È stata rinnovata la convenzione quadro di collaborazione riguardante la rete sentieristica e la viabilità minore del territorio protetto calabro-lucano. La convenzione, che dura tre anni, ha tra gli scopi quello di “instaurare e attivare rapporti di collaborazione” tra il Parco del Pollino e il Club Alpino Italiano, nei settori indicati, attraverso un gruppo di lavoro composto da rappresentanti del CAI e del Parco. «È un atto che va a rafforzare un rapporto già esistente – ha sottolineato Pappaterra – di cui siamo fieri e che auspichiamo possa rappresentare il viatico per ulteriori e proficue attività». La collaborazione punta, tra l’altro, ha spiegato il presidente del Pollino, a «ridare un’immagine ai sentieri del Parco» per i quali è stato già realizzato, sempre in collaborazione con il CAI, il catasto dei sentieri e ad attrarre ulteriori visitatori. Il Presidente Generale del CAI A. Montani, si è detto felice di questo rinnovo con il Parco del Pollino, un’area protetta molto importante nella quale poter fare nuove escursioni e trekking organizzati nella consapevolezza che «attorno ai sentieri c’è una vita, una civiltà» che potrà essere ulteriormente valorizzata. «Estrema soddisfazione» ha espresso anche il direttore del Parco, A. Valicenti, per il quale «la convenzione è chiara e immediata e potrà essere implementata con protocolli integrativi per valorizzare le tante potenzialità del Pollino». Giuseppe Greco, Presidente del Gruppo Regionale del CAI, ha evidenziato come si debba fare uno sforzo per offrire oltre che un’efficiente sentieristica anche i nuovi servizi che la tecnologia mette a disposizione per meglio fruire delle vie escursionistiche nelle terre alte.
"82 volte 4000, dieci anni di emozioni in alta quota". Conferenza organizzata dal CAI Castrovillari con il patrocinio del Comune di Castrovillari,in programma Sabato 18 novembre alle ore 18, presso la Sala Consiliare in Piazza Municipio a Castrovillari. Relatore è Francesco Rota Nodari, socio della sezione di Bergamo del CAI e del Club4000, alpinista non professionista, «Franz» (questo il nome con cui è conosciuto nell'ambiente) ha svolto e svolge attività alpinistica su tutto l’arco alpino, praticando escursionismo, roccia e sci alpinismo, ma prediligendo il misto e il ghiaccio. Dal 2002 al 2012, ha realizzato il suo grande sogno, raggiungendo tutte le 82 vette alpine che superano i 4000 metri e inserite nella lista ufficiale dell’Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche (UIAA). Una “cavalcata” durata 10 anni, nell’ aria sottile dei 4000, tra passione, divertimento e conoscenza di sé. Franz è uno dei più giovani e tra i primi venti alpinisti italiani ad aver raggiunto questo traguardo. Tra le sue salite molte sono state effettuate da versanti meno noti o frequentati alla riscoperta di un alpinismo dimenticato per vie desuete e passate di moda. La sua avventura però continua anche dopo il raggiungimento del fantomatico traguardo perché ama l’alta montagna a prescindere da classifiche e numeri. Franz è Ingegnere Ambientale, con indirizzo Difesa del suolo, laureato nel 2002 presso il Politecnico di Milano. Ricercatore nel campo del Telerilevamento (analisi di immagini da satellite) per lo studio dell’ambiente. Membro del Servizio Glaciologico Lombardo (SGL), tiene corsi e seminari su glaciologia, nivologia, cartografia e telerilevamento all’interno dei percorsi di formazione dei nuovi operatori glaciologici. Svolge costantemente attività sul campo sui ghiacciai lombardi per analisi nivologiche e glaciologiche periodiche. Esperto glaciologo, è quindi un buon esempio di come sia possibile coniugare con profitto l’alpinismo e lo studio scientifico dei ghiacciai e del modo in cui la montagna si sta trasformando negli ultimi anni a causa dei fenomeni di deglaciazione. La presentazione illustra gli aspetti più interessanti delle sue 82 salite, ma Franz ci porterà a conoscere anche un altro aspetto dell’alta quota alpina: come i cambiamenti climatici e la riduzione dei ghiacciai negli ultimi decenni stiano modificando il volto delle montagne. Anche l’alpinismo, a duecento anni dalla sua nascita come forma moderna e turistica di frequentazione dell’alta montagna, si deve adeguare.
Rinnovato successo quello della seconda edizione di “Note al Tramonto” svoltasi piacevolmente nella corte del nostro rifugio “Biagio Longo” in località Campolongo di Mormanno nonostante le incerte condizioni meteo fino a poche ore dal concerto. La tenacia del CAI Castrovillari ha però avuto il sopravvento ed il duo musicale, costituito da Nando Di Modugno alla chitarra e Roberto Ottaviano al sax, si è potuto esibire regalandoci momenti di intensa emozione. In una cornice naturalistica d’eccezione la grande partecipazione di un pubblico, circa novanta spettatori presenti, attento e competente. Tra questi un folto gruppo proveniente da Solofra (Campania), dalla vicina Puglia, terra di provenienza dei musicisti, e dai paesi calabro/lucani limitrofi. Dopo i saluti e i ringraziamenti di Carla Primavera, presidente CAI Castrovillari, l’On. Domenico Pappaterra, Presidente dell’Ente Parco del Pollino, graditissimo ospite, nel ringraziare il CAI Castrovillari ha sottolineato come l’organizzazione di questi eventi rappresenti un momento vitale, di grande valenza culturale nonché di conoscenza, promozione e valorizzazione delle peculiarità naturalistiche e delle realtà imprenditoriali che operano sul territorio. Altra presenza gradita quella di Mariarosaria D’Atri, Presidente del Gruppo Regionale Calabria del Club Alpino Italiano, che ha rilevato come questi eventi rappresentino un grande e positivo ritorno di immagine per tutto il CAI ed ha evidenziato la grande e fattiva collaborazione tra Ente Parco del Pollino, CAI Calabria e CAI Castrovillari; e Nunzia Gallo, Vice Presidente dell’Azienda Agricola Campotenese, che ha illustrato ai presenti le caratteristiche della propria azienda che risiede e opera a poca distanza dal Rifugio con grandi risultati. Il dopo concerto è stato allietato, come previsto, da un gustosissimo buffet a base di prodotti tipici gentilmente offerti da Fattorie Covelli di Castrovillari, Azienda Agricola Campotenese, I Fornai di Castrovillari, Cantine Campoverde di Castrovillari. Un ringraziamento caloroso va ad Annamaria e Carlo, che hanno proposto e accolto la band, a Ugo, Franco, Mariarosaria, Mimmo, Pasquale che hanno prestato una collaborazione fattiva e premurosa per l’allestimento del rifugio e per l’organizzazione del dopo concerto. A felice coronamento della due giorni di musica e ambiente, il giorno successivo, è stata effettuata una escursione sulla cima del Monte Pollino che ha visto la partecipazione di 28 trekker. Anche questa volta la Sezione si è ben cimentata e distinta in una proposta, dedicata alla promozione della cultura delle Terre Alte, delle specialità enogastronomiche della nostra terra e alla valorizzazione di un rifugio gestito dal CAI. Una realtà, unica in Calabria, di cui tutti i soci del CAI vanno orgogliosamente fieri. Un ringraziamento va al Gruppo Terre Alte del CAI Nazionale che ha voluto riconfermare, tra le tante proposte pervenute, quella del CAI Castrovillari. Il concerto, infatti, rientra nel progetto nazionale “Rifugi di Cultura” giunto alla quarta edizione (2013/2016). Diciotto eventi, quest’anno, in altrettanti rifugi di varie regioni per promuovere la ricchezza culturale delle montagne. Manifestazioni organizzate nei rifugi, dai 1028 ai 3000 metri di quota, che intendono unire l’arco alpino e l’Appennino in una catena di concerti, spettacoli teatrali, letture, visite guidate a siti storico-archeologici e proposte enogastronomiche. Iniziando dal Nord Ovest, per proseguire sulle Dolomiti scendendo nel Matese fino al Pollino Calabro. Con “Rifugi di cultura” il CAI intende offrire assaggi dell’immensa ricchezza culturale delle terre alte, ribadendo il ruolo del Sodalizio nell’educare ad una frequentazione avvertita e consapevole della ricchezza naturale e culturale celata nelle montagne.
Martedì 23 febbraio la Sezione di Castrovillari ha avuto l’onore e il piacere di ospitare il presidente generale del Club Alpino Italiano Umberto Martini nella sede del Museo Etnico Arbereshe di Civita. Erano presenti all’incontro il Presidente dell’Ente Parco Domenico Pappaterra, i sindaci di Frascineto, Mormanno e Civita e il Presidente della Sezione Carla Primavera e un nutritissimo numero di soci e appassionati. Un cordiale incontro, preceduto dalla firma del rinnovo del protocollo d’intesa tra Ente Parco Pollino e Club Alpino Italiano avvenuta all’Unical in mattinata, che ha inteso rimarcare la collaborazione tra L’Ente Parco, i Comuni e il Club Alpino Italiano che ormai si sviluppa a trecentosessanta gradi partendo dalla segnatura e manutenzione della rete sentieristica sino alla gestione dei rifugi montani cosi come sottoscritto in una convenzione, dell’ottobre scorso, dal Comune di Civita per la gestione del Rifugio di Colle Marcione in cui è parte attiva la Sezione di Castrovillari. In mattinata il Presidente Generale era intervenuto all’Università della Calabria per la firma degli Accordi di Collaborazione tra il CAI e i Parchi Nazionali calabresi, ovvero Pollino, Sila e Aspromonte, finalizzati al tracciamento e la segnatura dei sentieri all'interno delle Aree protette e allo sviluppo della frequentazione della montagna. Hanno firmato il presidente generale del CAI Umberto Martini, il presidente del Parco del Pollino Domenico Pappaterra, il commissario del Parco della Sila Sonia Ferrari e il presidente del Parco Aspromonte Giuseppe Bombino. “Il nostro rapporto con le Aree protette calabresi prosegue da diversi anni, con l'obiettivo di valorizzare un ambiente naturale che merita tutela e sviluppo”, ha affermato Martini al cospetto di una numerosa e qualificata platea durante il convegno, organizzato per l’occasione, “L’utilizzazione dei sentieri e del trekking per promuovere il turismo sostenibile in montagna”, dal CAI Calabria, in collaborazione con l’Università della Calabria, i Parchi calabresi e gli operatori economici del comparto turistico. e con la presenza del Dirigente Generale del Turismo della Regione Calabria Pasquale Anastasi. “Con la sola frequentazione dei soci CAI e di quella di qualche altro gruppo, la rete dei sentieri calabresi, lunga circa 1300 km, è utilizzata in modo discontinuo”, ha affermato il presidente del CAI Calabria Aldo Ghionna, introducendo i lavori. “I sentieri, se integrati in un contesto ricettivo idoneo, qualitativamente ed economicamente concorrenziale e ben divulgato, possono contribuire a incrementare le presenze in montagna e a promuovere un turismo sostenibile che non produce danni all'ecosistema ambientale”. La discussione è risultata molto proficua e tanti sono stati gli spunti, le considerazioni dei rappresentanti dei soggetti interessati al turismo in montagna che sono intervenuti al convegno (Parchi Nazionali, Parchi Regionali, operatori economici, rappresentanti degli Enti Locali) che sono emerse su come poter conseguire questo risultato, con l'obiettivo di avviare un confronto a valenza regionale per stimolare le sinergie necessarie. Durante il convegno è stata avanzata anche l’ipotesi di una legge sulla sentieristica da presentare e far approvare dalla Regione Calabria.
La Mostra Pionieri del Pollino, riallestita con tanto entusiasmo nella splendida cornice architettonica del Protoconvento Francescano s’è d’un tratto insperatamente animata di visitatori che contano, i Giovani! Ben 10 scolaresche, provenienti dall’Istituto Comprensivo “V. Veneto”, dalle Scuole Primarie “S. Medici” e “Villaggio Scolastico”, dagli Istituti Secondari di 1° grado “E. De Nicola” e “G. Fortunato”, accompagnate dai rispettivi Docenti, l’hanno visitata ed apprezzata. Hanno ricevuto notizie e delucidazioni sui Pionieri del Pollino, quell’intrepido manipolo di giovani leve degli anni ’50, che tentarono per come poterono, di porre il nostro Pollino all’attenzione dell’opinione pubblica locale e nazionale, per favorirne la valorizzazione, i quali fanno onore alla nostra Città e perciò degni di essere ricordati e celebrati almeno attraverso una mostra fotografica. E’ stato rivolto ai ragazzi un caldo invito ad amare e rispettare la natura e visitare le nostre montagne. E’ stato donato ad ogni ragazzo un libretto di riflessioni sulla Mostra, su cui sviluppare un componimento in classe, una mappa del Parco per individuare le montagne ed una collana di filmati sulle montagne dell’intero Parco, per innamorarsene ed andarne alla scoperta. Anche l’intera compagine del Consiglio Comunale ha voluto onorarla, con i sinceri complimenti del Sindaco Lo Polito e di tutti i Consiglieri ed Assessori. Profondamente gratificato e soddisfatto per la giovevole e riuscita iniziativa, assieme all’intero “staff direttivo” del CAI di Castrovillari, sentitamente ringrazio tutti quelli che, visitandola, hanno ritenuto fosse una proposta valida, istruttiva, rievocativa delle nostre radici e degna perciò di una qualche attenzione. La decisione, maturata in ambito sezionale, di legare tale significativo filone delle nostre radici alla cerimonia di presentazione del mio nuovo libro naturalistico “MONTAGNE: Immagini e appunti di viaggio”, interamente ispirato alla nostra giovane Sezione, mi gratifica, mi colma di orgoglio e mi fa, nel contempo, sperare che le emblematiche figure dei PIONIERI, che attraverso la Mostra abbiamo inteso di nuovo esaltare e celebrare pubblicamente, possano, nel futuro, rappresentare, per ciascun Socio, una costante fonte di riferimento e di ispirazione nello svolgimento di ogni iniziativa Sociale e per ciascun fruitore, uno stimolo a scoprire, amare e proteggere queste nostre montagne.
Legenda della carta di dettaglio
La Sezione di Castrovillari del Club Alpino Italiano ha dato alle stampe una nuova carta dei sentieri del Parco nazionale del Pollino. La carta è stata realizzata dalla Acalandros Map Design in partnership con il CAI. La carta si propone con due tavole: in un lato è rappresentata la RETE SENTIERISTICA COMPLETA - in scala 1:90.000 - ricadente nel perimetro del Parco nazionale del Pollino, derivante dai dati del CATASTO GENERALE DEI SENTIERI fatto elaborare a suoi tempo dai consulenti nominati dalla direzione dell’Area Protetta. Oltre 136 sentieri per poco più di mille chilometri. Questi tracciati la carta li rappresenta in vario modo: ci sono i sentieri segnati e manutenuti in più riprese dal nostro Sodalizio in tratto rosso continuo; poi c’è la rete sentieristica completa ma ancora non segnata sul campo (tratteggio rosso) e poi ci sono i sentieri tracciati direttamente dall’Ente Parco e denominati IPV (Itinerari di Particolare Valenza) riconoscibili dal tratteggio di colore verde. Inoltre in questa pagina è stata data particolare attenzione alla rete viaria di vario ordine in modo che si possano raggiungere le località più importanti per poi intraprendere le escursioni desiderate sui sentieri numerati senza difficoltà. La carta contiene anche una piccola rete sentieristica organizzata, a suo tempo, dalle Comunità Montane presenti nel territorio: il lavoro più interessante è stato compiuto dalla Comunità Montana Val Sarmento; i sentieri segnati si trovano sul territorio dei paesi di Terranova, Cersosimo, San Paolo Albanese e sono contraddistinti da sigle molto personalizzate (SG1, S2, S4, ecc.). Infine, è stato dato rilievo al Sentiero Italia almeno per quanto riguarda il tratto che attraversa l’Area Protetta. Per ultimo la Carta Generale riporta anche una sintesi della vegetazione: sono stati scelti, in funzione alla maggiore estensione, le aree boscose a conifere e a latifoglie, le superfici a pascolo e le praterie. Sono segnati anche tutti i rifugi presenti sul territorio. Nella tavola di dettaglio, scala 1:35.000, troverete la carta dei Sentieri del settore Sud-Est del Parco nazionale del Pollino. Qui ci sono la maggior parte dei sentieri segnati con le bandierine del nostro Sodalizio e numerate secondo i criteri del CAI. Inoltre, alle località di partenza vi sono anche i grandi tabelloni che illustrano gli itinerari IPV dell’Ente parco. In questa tavola le isoipse hanno una equidistanza di 20 metri. La carta contiene anche gli indirizzi utili con numeri di telefono, mail e siti di riferimento. Le coordinate geografiche sono riferite all’ellissoide internazionale WGS 84. Il reticolato di riferimento è U.T.M. - Fuso 33. La carta gode del Patrocinio dell’Ente Parco nazionale del Pollino.
LA CARTA PUO' ESSERE RICHIESTA DIRETTAMENTE ALLA SEZIONE CHE AVRA' CURA DI SPEDIRLA SE NECESSARIO.
Dall’11 luglio al 20 settembre il CAI organizza dodici eventi in altrettanti rifugi di nove regioni per promuovere la ricchezza culturale delle montagne attraverso il progetto “Rifugi di Cultura”. Manifestazioni organizzate nei rifugi, dai 1028 ai 2604 metri di quota, che intendono unire l’arco alpino e l’Appennino in una catena di concerti, spettacoli teatrali, letture, visite guidate a siti storico-archeologici e proposte enogastronomiche. Iniziando dal Nord Ovest, per proseguire sulle Dolomiti, sul Gran Sasso fino al Pollino, con “Rifugi di cultura” il CAI intende offrire assaggi dell’immensa ricchezza culturale delle terre alte, ribadendo il ruolo del Sodalizio nell’educare ad una frequentazione avvertita e consapevole della ricchezza naturale e culturale celata nelle montagne. La prima serata di “Rifugi di Cultura”, si è svolta piacevolmente all’ombra del nostro rifugio “Biagio Longo” in località Campolongo di Mormanno, con la presenza del trio THE BUMPS. Vince Abbracciante (fisarmonica e tastiere), Davide Penta (basso) e Antonio Di Lorenzo (percussioni), ci hanno emozionato con la loro musica. “Al di sopra di ogni sospetto”, ultimo album prodotto dal trio, fa chiaro riferimento al maestro Ennio Morricone e segna anche la prima produzione della loro etichetta discografica, la “Bumps Records”. Sette i brani che compongono l’ultima fatica discografica: “C’era una volta il west”; “Cockeye’s Song” e “ Poverty” (tratti da “C’era una volta l’America”); “Il Clan dei Siciliani”; “Giù la testa”; “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”; “Nuovo Cinema Paradiso”. Nel repertorio della serata anche “Metti una sera a cena”; “Per un pugno di dollari”. Sonorità jazz, rock ed elettroniche che emanano vibrazioni appassionanti. Una delizia per i nostri timpani. In una cornice naturalistica d’eccezione la grande partecipazione del pubblico, numerosissimo oltre ogni previsione e particolarmente attento, è stata confermata dai numerosi bis richiesti, tutti infaticabilmente concessi dalla band. Il dopo concerto è stato completato da un gustosissimo buffet offerto dagli sponsor: Fattorie Covelli di Castrovillari, Azienda Agricola Campotenese, I Fornai di Castrovillari, Cantine Campoverde di Castrovillari e Pasticceria Dolci Soste di Castrovillari. Un ringraziamento caloroso ad Annamaria e Carlo, che hanno proposto la band, e a tutti soci che hanno prestato una collaborazione fattiva e premurosa. Una organizzazione capillare nata con la presentazione del progetto al CAI Nazionale ad inizio anno 2015 proseguita e felicemente conclusa visto il successo dell’iniziativa. Anche questa volta la Sezione si è cimentata e distinta in una nuova proposta, dedicata alla promozione della cultura delle Terre Alte, delle specialità enogastronomiche della nostra terra e alla valorizzazione di un rifugio gestito dal CAI. Una realtà, unica in Calabria, di cui tutti i soci del CAI vanno orgogliosamente fieri.
Sabato 17 e domenica 18 maggio il rifugio “Biagio Longo” del CAI Castrovillari ha funzionato da Centro di Coordinamento e Ricerca (CCR) di una grande simulazione di ricerca di un disperso che ha visto coinvolti 52 volontari del CNSAS (Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico), tra cui la Stazione Pollino, Sila, il Soccorso Speleologico, il Gruppo Cinofili e 4 medici. Il lavoro è stato denso e articolato, preparato minuziosamente da alcuni operatori già presenti in loco dal sabato. Nel corso del mattino Luca Franzese, Presidente Regionale CNSAS Calabria, ha accolto l’on. Domenico Pappaterra, Presidente del Parco Nazionale del Pollino, che ci ha sempre incoraggiato e sostenuto e l’ On. Gianpaolo Chiappetta, capogruppo in Consiglio Regionale; a loro è stato illustrato lo scopo della giornata formativa e l’organizzazione dei volontari. L’esercitazione consisteva nella ricerca e recupero di un disperso nelle montagne adiacenti al Rifugio. I coordinatori hanno assegnato alle squadre di volontari in campo, composte anche da unità cinofile (cane e conduttore), altrettante zone da bonificare (controllo approfondito dei vari settori interessati). Ogni caposquadra era dotato di GPS (Geografic Position Sistem) per registrare la traccia del percorso compiuto durante la bonifica che il tecnico del CCR ha inserito nel sistema informatico, e di una carta topografica della zona su cui, successivamente, le tracce consegnate hanno descritto una rete di diversi chilometri di percorso. Ogni gruppo gestiva autonomamente, tramite un referente, le comunicazioni tra volontari e CCR. Poiché, purtroppo, gli interventi di ricerca stanno diventando sempre più frequenti e complessi queste esercitazioni si rivelano determinanti per testare le diverse procedure, provare gli strumenti a disposizione, ottimizzare i tempi e soprattutto approfondire la conoscenza reciproca con le altre realtà chiamate a intervenire per soccorrere persone disperse. Il tutto si è svolto nel migliore dei modi, l’esercitazione perfettamente riuscita, la simulazione si è conclusa con il ritrovamento del disperso ferito, per il recupero del quale è stato necessario l'utilizzo della barella con diverse calate di corda. L’addestramento è una delle priorità del CNSAS che, attraverso la sua attività di formazione e le esercitazioni ad essa correlate, sviluppa al suo interno figure specifiche, addestrate ad operare in condizioni e ambienti diversi, ma anche ad utilizzare tecnologie all’avanguardia. La strada intrapresa dal CNSAS è ben delineata: il Volontariato deve sempre più coincidere con la professionalità, in montagna, come in grotta, in forra o in qualsiasi ambiente ostile od impervio, la buona volontà non salva la vita.
Foto parete e vie di arrampicata
Giovedi 5 settembre nella sala giunta del comune di Castrovillari alla presenza di Domenico Lo Polito, Sindaco della Città, è stata presentata al pubblico e alla stampa la “Parete attrezzata di arrampicata sportiva” realizzata dalla Sezione del Club Alpino Italiano di Castrovillari. Sono state chiodate 11 vie di varie difficoltà, accessibili a tutti tanto da poter parlare di "Palestra attrezzata di arrampicata sportiva". Nella parte settentrionale della città, a dieci minuti dal centro abitato, le vie sono state realizzate sulla parete di Colle Cornice appendice del Monte Cerasullo, contrafforte roccioso in territorio di Castrovillari alle pendici della catena del Pollino. Di facile accessibilità e fruizione, nei pressi della zona che conduce a Valle Piana, già punto di partenza di vari percorsi escursionistici e alla "direttissima" del Dolcedorme, la cima montuosa più alta dell'Appennino e del Parco Nazionale del Pollino ricadente nel territorio della città. Situate a poca distanza dal centro abitato, sulla strada comunale che conduce al Canile Municipale e all'Orto Botanico, permetteranno a tutti gli appassionati di questa bellissima disciplina di poterla praticare a quattro passi da casa, nonché alla promozione e realizzazione di progetti di attività sportiva per tutte le scuole e le associazioni di Castrovillari e del territorio, ma anche un'ottima palestra di allenamento per coloro che la praticano per la propria attività lavorativa o di volontariato, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Associazioni di Protezione Civile, Soccorso Alpino. L'arrampicata insieme all'escursionismo, alle racchette da neve, all'alpinismo, al torrentismo, alla mountain bike, fa parte di quelle discipline e pratiche sportive caratterizzate dall’essere svolte in ambiente naturale che una sempre maggiore quantità di cittadini sceglie favorendo e contribuendo allo sviluppo economico e sociale e alla tutela del territorio dove si praticano queste attività. La sinergia realizzata in questa occasione, tra l'Amministrazione Comunale e il CAI Castrovillari, ha come obiettivo proprio la conoscenza, la promozione lo sviluppo complessivo di una zona montana della Città di Castrovillari che si presta mirabilmente alla pratica di molteplici attività sportive in ambiente naturale. Infatti nella zona interessata dalle pareti è possibile praticare, già da tempo, l'escursionismo sia estivo che invernale attraverso i sentieri che da li partono per le cime più importanti del Parco del Pollino (senza dimenticare il panoramico sentiero che conduce alla Madonna del Riposo di Monte S. Angelo), la mountain bike, con il dedalo di strade sterrate che in quella zona delimitano le pendici del Pollino e l'Archeologia con gli insediamenti preistorici che insistono su tutta quell'area, Grotta della Sirena, Grotta Carbone, etc. Il lavoro svolto, nel suo complesso, mira alla ricerca e affermazione della consapevolezza che la città ha un ampio territorio montano, pienamente integrato nel Parco del Pollino, che non ha nulla da invidiare ad altri territori e si presta meravigliosamente alla pratica di tutte le attività sportive praticabili in ambiente naturale. La Città del Pollino si candida così a diventare la porta di accesso al massiccio del Pollino. Il Sindaco, da parte sua, ha ringraziato la Sezione cittadina per l’impegno profuso e sottolineato che «quando ci si affida ad esperti del settore si possono realizzare cose importanti» spendendo poco. Il presidente del CAI Castrovillari, Eugenio Iannelli, ha comunicato che nel mese di settembre, quando la stagione lo consente, e dopo la riapertura ufficiale delle scuole, il CAI Castrovillari ha intenzione di organizzare una giornata dimostrativa per avvicinare quanti più studenti e curiosi a questa pratica sportiva che può diventare una buona "via" -per usare un termine degli arrampicatori- per lo sviluppo sostenibile.
POLLINO: dai suoi Pionieri, agli appassionati d’oggi di Mimmo Pace
Sin dai tempi della dominazione borbonica, il Pollino fu reiteratamente visitato e studiato nel corso degli anni, da fisici, geologi, scienziati e botanici di fama. Nel suo mirabile libro di viaggio “Old Calabria”, per quei tempi un eccellente e geniale strumento di divulgazione di questo Sud profondo, di cui era entusiasta e innamorato, Norman Douglas, pur se fugacemente, percorre il nostro Pollino, lo ammira, lo vive, lo propone al lettore, con l’intento di aprirlo alla conoscenza nazionale e internazionale. Diversi anni prima, Vincenzo Campanile, un noto matematico dell’epoca, affascinato dalla bellezza di questa nostra Montagna e interessato a scoprirne le variegate emergenze, aveva concluso nel 1889 una “traversata” del Pollino, ufficializzata nel 1890 dal Club Alpino Italiano nel Bollettino del Sodalizio. Nel 1897, lo stesso personaggio effettuava un’esaltante ascensione su Montea, pubblicizzata nel 1898 sul Bollettino trimestrale della Società Alpina Meridionale. Ciò nondimeno, stante l’assoluta mancanza di vie di comunicazione ed anche per l’indolenza, il disinteresse, l’insipienza della classe politica, nonché degli Enti Turistici Nazionali, questo suggestivo, variegato e interessante complesso montuoso rimase per lungo ordine di anni isolato, pressoché irraggiungibile; del tutto ignorato non solo dagli alpinisti veri e dagli appassionati della montagna, ma anche dai promotori di iniziative turistiche che, già a quell’epoca, consentivano alle prime “orde” di vacanzieri di scorrazzare per tutto il resto d’Italia. Lungi dal voler proporre la cronistoria degli eventi e delle esigue, quanto sterili e inefficaci iniziative istituzionali che hanno contraddistinto quest’ultimo sessantennio, determinando la stasi assoluta, l’emarginazione del Pollino e quindi il suo mancato decollo, urge ed è quanto mai doveroso tramandare ai più giovani e rimarcare alla gente più matura, la volontà tenace, gli sforzi e la passione di pochi “giovani pionieri”, i quali ebbero il merito di tentare, per come poterono, di porre il tema della conoscenza e della valorizzazione scientifico-naturalistica di questa nostra splendida Montagna all’attenzione dell’opinione pubblica locale e nazionale. Ciò, nonostante la precarietà economica, le ristrettezze, l’assoluta mancanza di mezzi e le difficoltà d’ogni genere in cui si dibattevano. Chi erano queste giovani leve, che, stante il disinteresse generale, avendo a cuore le sorti del Pollino, avevano ritenuto saggio e doveroso profondere tante risorse e così tanto impegno e zelo verso la nostra montagna? Vale davvero la pena ricordarli qui uno ad uno, evidenziando l’ardore di tutti e il contributo notevole, offerto da alcuni di essi alla “causa” del Pollino. Molti purtroppo non ci sono più, proprio i più pragmatici, i più volitivi, i più degni di lode: Vincenzo Perrone, profondo conoscitore dell’intero Massiccio nei minimi dettagli. Il suo smisurato amore per il Pollino si è espresso e palesato non solo e tanto, attraverso le centinaia di sortite, alla scoperta di angoli remoti e di emergenze naturalistiche, quanto nell’essere stato il precursore, dapprima nel 1954 e in seguito nel 1975 col suo interessante libro “Escursioni sul Pollino”, nel tracciare e realizzare le prime cartine escursionistiche dell’intera Catena montuosa, integrandole con la descrizione, sia in chiaro che grafica, di alcuni itinerari interessanti, di valenza storica e di alta suggestione. Frutti del suo impegno, anche un progetto di rifugio sul M. Manfriana e di una stradella di collegamento tra Frascineto e i Piani del Pollino del 1958. Affinchè il Pollino ottenesse sempre maggiore visibilità e notorietà, si apriva a conoscenze e relazioni, coltivando rapporti di amicizia con personalità di rilievo. Cito tra tutte, quello con l’Ing. Domenico Gotta, Presidente del CAI di Torino, sceso in Calabria a percorrere queste montagne, sulle orme del Prof. Campanile e da Vincenzo e i suoi amici guidato sulla vetta del Pollino. Come segno di stima e amicizia, ma anche per mostrargli quale interesse e quanta considerazione il Club Alpino Italiano nutrisse per il Pollino, il Gotta gli affidò i due Bollettini, sopra menzionati, in cui erano state appunto ufficializzate le sortite del Prof. Campanile sulle nostre montagne. E’ opportuno evidenziare che gli stessi documenti vennero, nel 2005 da Vincenzo, riaffidati a Francesco Bevilacqua, il quale molto meritoriamente li ha concessi a questa mostra. Fidi e inseparabili compagni di Vincenzo Perrone in tante avventurose sortite sul Pollino erano: Peppino Ciminelli, che passava quale “gagà” del gruppo, per l’eccentrico vestiario indossato nelle sortite, ma che indubbiamente era tra i più entusiasti, determinati, intrepidi e appassionati al “Progetto Pollino”, visto che aveva messo a disposizione il suo laboratorio per le adunate sociali; e poi … Mario La Vitola, Francesco Marini, Rocco Palmieri, Vincenzo Gugliotta, Domenico Carucci, Gino Le Voci, Carlo Amato, Agostino Miglio e Pino Bellizzi. Per la sua particolare figura pionieristica, Pino Bellizzi impone una più dettagliata analisi, se non altro perché ha avuto cura e premura di trasferire ai posteri alcuni documenti cartacei, che testimoniano e suffragano l’inesauribile e pragmatico attivismo di questi giovani ammirevoli e nel contempo consentono di scoprire i dettagli delle attività di gruppo ed anche i sentimenti che animavano questo manipolo di giovani leve, pronte a tutto per il riscatto della loro Terra. Si legge appunto su uno di questi “verbali-blog”, che grazie a Mimmo suo figlio ho avuto ventura di sfogliare e leggere, che, raggiunta la mèta di diverse escursioni, Pino stilava sul posto una paginetta di riflessioni, avendo cura poi di nasconderla per bene nei paraggi. Pino Bellizzi ha incarnato diverse “anime sportive”: era provetto scalatore, audace alpinista, infaticabile escursionista e insieme un cacciatore, che sapeva ben amministrare la sua doppietta, usandola per divertirsi e non già per lo sterminio della selvaggina. Ciò, emerge dalle sbiadite, ma eloquenti immagini che ho avuto l’onore di risuscitare e il piacere di rielaborare e ricomporre, per l’allestimento di una mostra, mediante la quale mi prefiggo di rispolverare i “canoni escursionistici” di un tempo e, soprattutto, esaltare il lodevole attivismo di questi “Pionieri del Pollino”, meritevoli di plauso e riconoscenza. Il frutto del mio impegno, mi pregio donarlo a mio ricordo, quale pegno di amicizia e incitamento a voler amare sempre più la nostra Montagna, a tutti i Consoci, proprio in occasione del decennale della fondazione della nostra Sezione castrovillarese del CAI, cui sono orgoglioso di appartenere e che sosterrò, per come potrò, finchè mi sarà possibile. Negli anni dal 1952 al 1958, Pino tenta di organizzare una sezione del CAI a Castrovillari, ma non riesce a raggiungere il numero minimo di iscritti, previsto dalle norme statutarie del sodalizio. Esiste un nutrito carteggio col CAI Centrale, che suffraga gli impegni e gli sforzi che Pino e i suoi amici profusero, fino al raggiungimento di 50 Soci promotori, tra cui anche giovani intrepide donne, come Anna Perrone e Franca Venturi, ma il numero non bastò per la nascita della Sezione. Ci riprova ancora, sostenuto da Pietro Varcasia, ma l’iniziativa fallisce, non per suo demerito, ma per la scarsa sensibilità per la montagna che la gente mostrava. Tenterà per l’ultima volta nel 1978 di indurre il CAI a voler ratificare la costituzione della Sezione con un numero limitato di Soci, ma invano: la gente, continua a fare orecchio da mercante! La verità sta nel fatto che, anche nel 1978, la popolazione di Castrovillari e dei Centri viciniori non era matura e quindi disponibile a sostenere tali iniziative, né lo era nel Novembre del 1993, quando fu istituito il Parco Nazionale del Pollino. Pino e i suoi amici, non si perdono d’animo, né si danno per vinti e, nelle more in cui il CAI desse l’assenso, su iniziativa di Francesco Miglio e assieme a diversi appassionati, fondano nel 1957 il “Club Amici della Montagna”, che in appresso assume la denominazione di “Gruppo Alpino Castrovillarese”, promuovendo subito il “1° Raduno della Montagna” al Colle Gaudolino, cui per la prima volta partecipa una larga rappresentanza del sesso gentile. Nel 1958, il G.A.C., con alcune vedute su cartoline illustrate, tenta una “promozione visiva” del Pollino, ma già si profila una data fatidica: il 24 agosto 1958, giorno in cui, con tante speranze per la Gente del Pollino, andate negli anni a seguire totalmente deluse, viene celebrata al Piano di Ruggio la “7^ Festa Nazionale della Montagna”. Non meno rilevante è la figura pionieristica di Agostino Miglio, organizzatore nel 1943 della prima invernale sul Pollino e nel 1950 della prima ascensione sulla Serra Dolcedorme, anche se una sortita goliardica si era già verificata nel lontano 1925, pubblicizzata da un importante giornale. Egli fu, soprattutto, propositore di alcune iniziative tese a dare visibilità al Pollino ed anche sostenitore di qualche progetto che, se realizzato, avrebbe conferito la notorietà che al Pollino spetta per le sue impareggiabili risorse naturalistiche e culturali, purtroppo caduto nel nulla a causa dell’indolenza o, più precisamente, del “veto” di alcuni potentati politici, i quali, anche se di schieramenti opposti, si mostrarono sempre concordi nel boicottare e stroncare ogni iniziativa tesa alla valorizzazione di questa Montagna, indirizzando le pubbliche risorse verso ben altre plaghe montane e ben altre spiagge! Giova ed è doveroso menzionare in questa sede alcune Personalità: Don Peppino Bellizzi, un attivista “Doc” del nostro Comprensorio, il quale, pur di promuovere la valorizzazione di Castrovillari e del suo Hinterland, se le inventava tutte. Aveva fondato, tra l’altro, anche un’associazione giovanile, la “Giovane Calabria del Pollino”, intessendo rapporti con personalità politiche di caratura nazionale. Il generale Pietro Varcasia, coautore nel 1954, del corposo volume “Castrovillari 1954”, il primo lavoro informativo in chiave moderna sulla cittadina del Pollino, Francesco Miglio, Mario La Vitola, Padre Francesco Russo, il Sindaco della Città Pasquale Cosentino e il moranese Franco Rosito, i quali, attraverso la stesura di appassionati interventi su diversi organi di informazione, quali “Giovane Calabria”, “il Periodico”, “il Sybaris”, “la Vedetta” e “il Messaggero”, tentavano di indurre, ma sempre invano, nei centri del potere, una presa di coscienza per la promozione e la valorizzazione del Pollino. E come non rievocare l’afflato poetico di Mario Cappelli, profondamente innamorato del Pollino sin dalla fine degli anni trenta, quando aveva avuto ventura di conoscerlo e viverlo intensamente, che così descriveva il Dolcedorme: << Dolcedorme è una dolomite, una cattedrale, grigioazzurra o rosaviola a seconda dell’ora e della stagione; d’inverno, sotto la neve, una parete di marmo venato d’azzurro, che al tramonto, quando qui è già l’ombra, all’improvviso si accende di porpora >>. Anche il mite e schivo Franchino Gaetani ha dato un valido e importante apporto alla conoscenza del Pollino, soprattutto fra i giovanissimi, insegnando loro ad amare, rispettare e proteggere la natura, oltre che ad applicare tutti i saggi principi cui lo “scoutismo” s’ ispira. E’ dal lontano novembre del ‘55 che svolge questo ruolo di educatore, intrapreso a soli 18 anni, concretizzando la felice intuizione di fondare a Castrovillari un Gruppo ASCI, oggi AGESCI. L’impegno di questi pionieri, la loro dedizione, il loro entusiasmo e la loro profonda passione valse ad indurre in noi altri, ancora più giovani, quasi adolescenti, che seguivamo attenti le loro sortite avventurose sul Pollino e provavamo ad emularne le gesta, una passione altrettanto profonda per questa Montagna e questa nostra Terra, che ancor oggi, dopo tanti anni, non si affievolisce … che anzi va consolidandosi nel tempo, stemperandosi semmai nei ricordi e nella speranza di poterli rivivere più a lungo possibile, nel corso di una serena vecchiezza. Questi ragazzi audaci degli anni ‘50…Pino Perrone, Mimmo Pace, Luigi Pugliese, Lino Ferrara, Tonino Napolitano, Domenico Bonavita, Carminuccio Zofrea, Pinuccio D’Atri, che dopo aver supplicato e persuaso i genitori, si avviavano a mezzanotte da Castrovillari con un lacero “tascapane” sulle spalle e le scarpe logore e, percorsa l’interminabile Petrosa, Conca del Re e Mazzicanino, risalivano al Colle Gaudolino, per inerpicarsi fin sul Pollino e far ritorno a tarda sera, spesso nel buio pesto! La nostra era pura passione per la montagna, anche se un tantino folle e temeraria. Poco importava se venivano le vesciche ai piedi o se rincasavamo stremati per aver speso ogni nostra energia. Eravamo felici di aver potuto scoprire angoli fiabeschi ed aver vissuto intense sensazioni di libertà. Accanto alla nostra, c’erano anche altre “combriccole rionali” di ragazzi, altrettanto amanti delle sortite avventurose sul Pollino. Una era formata da Vittorio Cosentino, Gianni Corrado, Tito Ribecco, Enrico Pugliese, Aldo De Rose, Carlo Presta e Nuccio Zicari ; l’altra dai fratelli Gino e Giuseppe Miraglia, Tullio Costanzo, Sergio Rotondaro, Mimmo Miraglia, Franco Buccino e Gianni Araimo. Anche se, nel corso della celebrazione della Festa Nazionale della Montagna “le promesse” erano state molte, suscitando tante speranze e tanta voglia di riscatto, seguì un lungo periodo di ineffabile apatia, un decennio scialbo e demotivato. Il fervore di iniziative giovanili, fiorito negli anni 50, quasi di colpo si spense, soprattutto perché gli impegni assunti dal ministro Colombo verso le popolazioni, vennero disattesi, poi, dai vari governi di transizione che si avvicendarono sullo scenario politico italiano. Il Pollino continuò negli anni sessanta a essere frequentato, anche se in maniera più discontinua, dai soliti appassionati di sempre e più tardi, negli anni settanta, da personaggi quali Franco Senatore, una tra le “anime naturaliste” più convinte, che abbia avuto ventura di incontrare … un intrepido, appassionato, estatico fruitore dei mille recessi incantati che il nostro Pollino racchiude e Peppino Miglio, grande camminatore, attivo fino a qualche anno fa e impareggiabile scopritore di luoghi, di leggende, di fatti e di toponimi mai uditi. L’istituzione nel 1968 del Consorzio di Bonifica Montana del Pollino, competente nella realizzazione di infrastrutture sul Pollino e l’individuazione da parte della C.E.E. sulla nostra montagna di una zona turistica da sviluppare ed attrezzare, specialmente dopo la presentazione da parte di EFIM-OTE di un piano di valorizzazione turistica del Pollino, scatena, nel 1971, una virulenta diatriba, senza esclusione di colpi, tra i fautori del progetto da una parte e il CNR, ITALIA NOSTRA e W.W.F. dall’altra, ferocemente contrari, sostenuti dalla stampa, nonché dal poco chiaro se non equivoco atteggiamento del potere politico e di governo del Paese. Tale marasma perdurerà diversi anni ancora, inasprendosi allorquando, nel 1974, si era provato di far andare in porto, con “l’operazione Gioconda”, la realizzazione di un villaggio turistico nella Fagosa e fino al 1986, anno in cui la “Compagnie General de Geophisique”, tenterà di avviare un lavoro di ricerca di idrocarburi ai Piani di Pollino, proprio dopo la campagna di sensibilizzazione condotta dal W.W.F., a favore dell’istituzione del Parco. Intanto, nel 1980, era nata “Alternativa Sud”, un’associazione per la difesa, il recupero e la valorizzazione dell’ambiente, in cui il volitivo Franco Caruso svolgeva il ruolo di ricognitore e di denunciante degli abusi perpetrati. Questa esperienza, anche fotografica, gli ispirò nel 1987 il volume “Il Pollino, una montagna da riscoprire” e nel 1998, la realizzazione del bel libro fotografico “La Montagna e i suoi segni”. Fonderà due anni dopo, nel 1982, la Sezione del W.W.F. di Castrovillari, collaborato dal giovane emergente Gianni De Marco, che ne prese, poi, le redini per moltissimi anni. Tante battaglie essi combatterono in nome della salvaguardia ambientale del Pollino, ma la loro opera, pur se tenace, riuscì solo ad arginare in qualche modo gli scempi che furono regolarmente e inesorabilmente perpetrati … e se ne potrebbero elencare davvero tanti. Il 1987 è un anno decisivo per la creazione del Parco: il Ministro Pavan statuisce con D.M. che il bacino del Lao, la valle dell’Argentino e le gole del Raganello sono riserve naturali orientate, mentre un gruppo di Senatori del PCI avanza un Disegno di Legge per la istituzione del Parco Nazionale del Pollino, il quale otterrà i crismi dell’ufficialità, solo dopo altri sei anni di tergiversazioni politiche e sociali, con DPR del 15 novembre 1993. Quel che nell’arco temporale di 15 anni, cioè dalla data della sua istituzione fino ad oggi, si sia sul Pollino riusciti a proteggere e a realizzare, a beneficio delle sue popolazioni, degli appassionati frequentatori e dell’ambiente stesso, non esige alcun commento, poiché è sotto gli occhi della Gente … Cioè tutto, tranne la “quintessenza” di un Parco. Questo Parco così smisurato, voluto ad ogni costo e così pervicacemente, anche se le popolazioni, non ancora educate a comportamenti coerenti a quelli di “Cittadini di un Parco”; non erano, né allora e neppure oggi, io sostengo, pronte ad accettarlo. Pur tuttavia, il Parco è stato istituito ed esiste e noi, gente del CAI, che amiamo la nostra Terra e adoriamo la nostra Montagna, non abbiamo perso ogni speranza e auspichiamo e auguriamo a noi stessi e alla Collettività, che inizi presto un “percorso virtuoso”, soprattutto da parte delle Istituzioni, ed anche dei comuni cittadini. Per fortuna, grazie a quest’ultima gestione, si avverte con sollievo una decisa inversione di rotta! Chiedo venia per la digressione … rientro nel tema ripropostomi, cioè : “dai Pionieri del Pollino ai suoi appassionati d’oggi”. Finalmente, un bel giorno, cioè il 17 Luglio 1999, grazie alla fervente e tenace opera di Eugenio Iannelli, nasce a Castrovillari una Sezione del Club Alpino Italiano. E’ opportuno, a tal punto, fornire al lettore di queste pagine alcune notizie in ordine a quel che il CAI rappresenta e quali obiettivi persegue: • E’ la più importante e prestigiosa “Associazione Nazionale”, aperta a tutti gli amanti della montagna e della natura. • Oltre 300.000 i Soci - 480 le Sezioni - 320 le Sottosezioni sparse in tutt’Italia. • Il CAI è: Scuole di alpinismo, scialpinismo, speleologia, soccorso alpino e speleologico, rifugi e bivacchi per vivere la montagna in sicurezza, patrimonio di conoscenze e di cultura a disposizione di tutti, escursionismo … cioè camminare per osservare la natura ed entrare nella cultura del territorio. • Il CAI elabora e realizza progetti per l’ambiente; promuove la conoscenza e la tutela del territorio montano nei suoi aspetti naturalistici, storici, folcloristici; salvaguarda e preserva le testimonianze e le radici culturali delle genti di montagna; favorisce la ricerca e la riscoperta dei segni dell’Uomo nelle “terre alte”. • Soprattutto in ambito sezionale, stimola affiatamento, rispetto, cooperazione e solidarietà tra uomini, favorendo i momenti di aggregazione e promozione umana, senza perdere mai di vista l’obiettivo più importante, cioè la conoscenza e la valorizzazione del Territorio di pertinenza. Per tanti di noi, fare dell’escursionismo, vuol dire camminare non soltanto coi piedi, ma pure con gli occhi, compreso quello fotografico, e … soprattutto col cuore … con la ferma convinzione che la Montagna è palestra ideale per la promozione di una solida educazione ambientale e che può indurre, soprattutto tra i giovani, la formazione di convinte e durevoli “coscienze ecologiche”, quanto mai auspicabili ai tempi d’oggi. Gli obiettivi felicemente raggiunti, lungo dieci anni di vita della Sezione, sono sotto gli occhi di tutti. Ciò è stato possibile, grazie all’impegno e allo zelo di tutti quei Soci, Presidente in testa, che hanno offerto il loro contributo fattivo, acchè una compagine sezionale del C.A.I., in questo profondo Sud, potesse crescere e riscuotere il lustro che merita, con la legittima aspirazione a mete sempre più importanti e utili per la nostra Collettività. Concludo col porgere un vivo e sentito ringraziamento a Mimmo Bellizzi, Famiglia Ciminelli, Agostino Miglio, Franchino Gaetani, Giuseppe Maradei, Luigi Troccoli, Alfredo e Francesco Patitucci, Giuseppe Miraglia, Vittorio Cosentino, Peppino Miglio, Carmine Zofrea, Domenico Carucci, Sergio Senatore, Franco Varcasia, Vincenzo Varcasia, Angelo Magnelli, Alessandro Veneziano, Peppino Battipede, Francesco Bevilacqua, Franco Caruso, Mimmo Sancineto, Luigi De Santis, Matteo Marini, Luigi Miraglia, Nicolino Di Leone, Famiglia Cappelli. Concedendo accesso ai loro documenti fotografici e cartacei, hanno consentito al sottoscritto, che appartiene all’antica schiera degli incantati frequentatori del Pollino e che non cessa ancora di viverne bellezze e fascino, di operare e concretizzare questo “rendez-vous” storico fotografico tra la generazione dei Pionieri e le nuove generazioni di appassionati della nostra Montagna. Il Pollino ha avuto da sempre tanti estimatori ed appassionati. Noialtri del CAI, ambiamo annoverarci tra i suoi più entusiasti fruitori e tutori d’oggi. Excelsior.
La buona notizia di questa domenica, 11 luglio 2010, è che l’Ente Parco del Pollino ha affidato simbolicamente al FAI un pino loricato, emblema del Parco, perché lo tuteli comunicando qualsiasi minaccia, rischio o danneggiamento e lo porti con sé in tutte la sue forme di manifestazioni rivolte alla messa in luce di beni ambientali, artistici, culturali, degni di nota su tutto il territorio nazionale. Tutto si è svolto come previsto secondo le più rosee attese. Alla presenza di tutte le massime autorità del FAI: Vittoria Maradei, capo delegazione Pollino e organizzatrice dell’evento, il dott. Gregorio Carratelli, Presidente della delegazione FAI regionale calabrese, la dott.ssa Anna Gastel, Componente il Comitato Esecutivo FAI; e dell’Ente Parco del Pollino: Francesco Fiore -vice presidente dell'Ente Parco-, Annibale Formica -direttore dell'Ente-, il dott. Pietro Serroni -responsabile del settore ambiente e curatore della targa celebrativa-, ed alla presenza di numerosi soci FAI, semplici simpatizzanti e amici della montagna – è stato sottoscritto un "accordo" con cui riconoscendo la specie Pinus leucodermis quale "elemento distintivamente caratterizzante il paesaggio e la flora degli habitat montani del Parco Nazionale del Pollino e in particolare dell’area del Massiccio centrale della Catena del Pollino" l'Ente Parco dona l'esemplare individuato ai "Piani di Pollino" alla Delegazione FAI. L'iniziativa trae origine dal fine comune che perseguono i due enti: il Parco, chiamato dal Legislatore a tutelare e proteggere i territori ricompresi nel suo perimetro; e il Fondo Ambiente Italiano che "adotta" luoghi, monumenti e specie arboree, come in questo caso, per contribuire a preservarli dando concretezza al dettato costituzionale "La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione". Proteggendo per le generazioni presenti e future un patrimonio unico al mondo, quello italiano, per l'appunto, che appartiene a ciascuno di noi. E l'area protetta calabro-lucana rientra a pieno titolo in tale scrigno di ricchezze. "Il FAI con la sua Delegazione del Pollino -si legge nel documento- s'impegna ad assicurare la migliore conservazione possibile". Non una delega in bianco, dunque, ma una condivisione dell'obiettivo di tutela, rafforzato dalla collaborazione tra sensibilità e doveri comuni. Il raduno si è svolto presso l’ameno rifugio Fasanelli di Pedarreto, dove si è tenuto un convegno all’aperto, sul tema: Area Parco incontaminata a vocazione ambientale, sua preservazione e valorizzazione. Subito dopo la partenza per Colle dell’Impiso (1560m) per dare corso all’escursione per i Piani di Pollino (1800m). Lo sviluppo ordinato dell’evento, si è valso della totale e preziosa mobilitazione di mezzi e personale del Corpo Forestale dello Stato. La consegna simbolica nelle mani del FAI di un magnifico Pino Loricato, scelto non caso fra uno dei tanti maestosi patriarchi, con tanto di piedistallo in roccia naturale, è avvenuta attraverso l’apposizione di una semplice targa celebrativa ai piedi dell'esemplare. La consegna è avvenuta fra gli applausi dei numerosi soci del FAI in un ambiente favoloso quali i Piani di Pollino, cuore del Parco, incorniciato dalle massime vette oltre i duemila. I sostenitori del FAI hanno faticato un pò per raggiungere la località e ricevere il premio molto ambito ed oltremodo concesso, con la speranza di prosperità reciproca d’intenti. La bella giornata e l’ospitalità attraente dell’ambiente hanno rapito i più volenterosi la cui curiosità li ha spinti, coadiuvati dai rappresentanti della Sezione del Club Alpino Italiano di Castrovillari, nei pressi prima di “Zì Peppe” (millenario loricato trasformato in spoglie argentate da mano vandalica) e poi, su Serra Crispo, al Giardino degli Dei, dimora delle più nobili famiglie di pini loricati. Alla fine della giornata solare e salubre rientro, stanchi ma soddisfatti, di avere fatto conoscenza con la specie arborea “Pino Leucodermis” sopravvissuto all’ultima glaciazione!
La fondazione Onlus Filo d’Arianna di Castrovillari, ha organizzato e portato a compimento lo svolgimento di una giornata sportiva sui piani di Novacco, 1310m, dedicata a persone con disabilità intellettiva. La giornata è stata estrapolata da un Family Campus Nazionale di sette giorni che accoglie famiglie provenienti da 11 regioni italiane, ospiti della famiglia Sauve, al “Minerva Club Resort e Golf” di Sibari. L’evento rientra nel programma di Special Olympics che prevede allenamenti, competizioni e manifestazioni sportive che, nel mondo, coinvolge tre milioni di persone con questa disabilità. In Italia come in altri 180 paesi del mondo, lo sport diviene il mezzo per la piena integrazione di questi ragazzi “speciali” che oggi a Novacco erano accompagnati da quaranta famiglie. Da una intervista rilasciata da Pino Montemurri, responsabile nazionale del SOI (Special Olympics Italia) e da Luisa Elitro, responsabile nella Regione Calabria, è stato evidenziato che da quattro anni, a Sibari, si svolge il Family Campus Nazionale in un clima di relax e formazione con i referenti regionali per la convention annuale. Obiettivo del Family Campus, sono la diffusione e consolidamento del principio di coinvolgere sempre più nuovi familiari per la crescita ed emancipazione il più possibile armonica dei ragazzi. Lo scopo è, quello di portare avanti un progetto in movimento per l’autonomia e l’inserimento dei disabili nel sociale; sviluppando le loro capacità, attraverso lo sport accanto ai familiari ed esperti. I partecipanti hanno raggiunto Novacco con minibus dopo il saluto di benvenuto organizzato dal comune di Saracena. Un sincero grazie va a tutti coloro che si sono adoperati per la riuscita della manifestazione: alla Regione Calabria che li ospita, al sindaco di Morano Calabro per “La Partita del Cuore”, al Sindaco di Saracena e ai professionali gestori dei Rifugi di Piano Novacco. Un plauso particolare va alla curatrice Prof. Mariella Greco del centro sportivo scolastico di Castrovillari, scrupolosa organizzatrice dei giochi che hanno visti impegnati i suoi ragazzi -del Liceo Scientifico di Castrovillari- socializzare ed avviare alle varie discipline sportive (Badminton- Hockey su prato- Orienteering ) i giovani meno fortunati. Molto partecipata la breve escursione sui piani di Novacco. I ragazzi, entusiasti, circondati dai familiari, sono stati accompagnati dalle Guide del Parco e del Club Alpino Italiano di Castrovillari, che hanno illustrato le peculiarità ambientali, sfatando altresì il mito del lupo cattivo. La comitiva per niente intimorita dai nuvoloni, si è immersa subito nella natura, assaporando nella quiete riflessiva gli odori del pascolo i colori dei fiori, con esclamazioni gioiose e vitali. Molto interessante è stato anche l’incontro ravvicinato con i cavalli del Corpo Forestale. I gendarmi del bosco hanno risposto in modo coinvolgente alle domande curiose dei ragazzi, spiegando loro l’utilità dell’ispezione delle montagne. Oggi il Parco con l’accoglienza predisposta dalle sue risorse umane, ha consentito a questi “Atleti Speciali” di trascorrere una giornata armoniosa e dinamica. Per chi vuole saperne di più: www.ilfiloarianna.it / www.specialolympics.it.
Durante i mesi di febbraio e marzo 2010 -all’interno del programma delle attività della Sezione CAI di Castrovillari- si è svolto il 4° corso di sci di fondo escursionistico, tenuto dal socio/esperto Luigi Perrone. Oltre ai già numerosi veterani si sono aggiunti nuovi soci che da subito si sono ben inseriti nel gruppo ed hanno appreso le tecniche per l’avviamento a questa disciplina sportiva che permette di conoscere e percorrere sentieri innevati. Dopo un periodo di apprendimento effettuato sul campo scuola si sono affrontati percorsi misti (salite e piccole discese) per raggiungere mete sempre più distanti. Le attività si sono svolte a Piano di Novacco, a Piano Ruggio, e novità di quest’anno, una uscita fuori sede nel comprensorio sciistico di Monte Sirino. Qui gli sciatori -su pista battuta- hanno potuto affinare la tecnica di discesa in diagonale e spazzaneve. All’interno del programma corsuale sono state effettuate brevi uscite con escursioni sci ai piedi come la partecipazione alla seconda edizione di Pollinociaspole (da Novacco al Piano di Vincenzo), da Piano Ruggio al Belvedere del Malvento e da Piano Ruggio a Piano Pedarreto e per finire su Monte Sirino. Un anno pieno di soddisfazioni per l’alta partecipazione, per il numero di lezioni effettuate -grazie alle abbondanti nevicate-, ma soprattutto per gli ottimi risultati raggiunti dai corsisti. Naturalmente oltre alle tecniche apprese sui campi di sci, conta molto lo spirito di aggregazione e socializzazione tra i soci che si rinnova ogni anno nella conoscenza delle nostre montagne e nella pratica di una delle attività sportive più affascinanti. Visti i soddisfacenti risultati raggiunti sono in preparazione nuovi e più ampi progetti per l’hanno prossimo.
Su incarico conferito dall’Ente Parco del Pollino il progetto per ampliare e migliorare la rete sentieristica del Parco è stato portato a termine nel dicembre 2009 dalla Sezione di Castrovillari del Club Alpino Italiano sotto la direzione delle due Guide storiche del Parco Emanuele Pisarra e Giorgio Braschi che ne hanno curato il catasto. I lavori, iniziati a luglio, hanno visto impegnati molti soci volontari della Sezione Castrovillarese. Distribuiti equamente sul versante Calabro e Lucano sono 34 (e contano complessivamente 250 km) i sentieri prioritari che ufficialmente, dal 2010, sono fruibili nel Parco del Pollino. Essi rappresentano però solo un quarto, della intera e complessa ragnatela di tracce lasciate in passato da pastori, boscaioli, contadini e pellegrini, sull’intera area geografica protetta e più antropizzata. Questi sentieri, stimati in circa 2000 Km sono la fonte cui poter attingere in futuro per migliorare ed arricchire ulteriormente la rete sentieristica. Sino al 2009 la segnaletica era circoscritta solo a 15 sentieri -segnati sempre dal CAI Castrovillari nel Progetto Calabria Parchi del 2005- mentre oggi si è sanata definitivamente una carenza che il Parco si trascinava sin dalla sua costituzione. In questa prima fase, si è badato a segnare le vie dove è più consistente la presenza di visitatori. La linea guida perseguita nel ripristino degli antichi tratturi nel Parco, è rappresentata dal Sentiero Italia, che attraversa il Parco per circa 80 Km. Suddiviso in 5 tappe, da Passo dello Scalone al Santuario della Madonna del Pollino, porta alla ribalta, a ritmi lenti, antiche vie di comunicazione fra boschi, borghi, paesi e santuari. Il metodo di segnatura e rilevazione di questi nuovi sentieri è stato effettuato secondo il protocollo del Club Alpino Italiano consentendo il loro inserimento nel Catasto Nazionale dei Sentieri del CAI. Le tracce sul territorio sono state riprese con sistema GPS, e trasferite su supporto cartaceo e informatico. La segnaletica orizzontale (bandierine bianco/rosse) è stata affiancata da quella verticale consistente in frecce direzionali, tabelle di località, numero sentiero e tempi di percorrenza. Oggi il Parco del Pollino è finalmente pronto ad accogliere i grandi numeri dell’ escursionismo ambientale e naturalistico. Ha strade di accesso, lungo tutto il suo periplo e strade di avvicinamento ai sentieri di quota. La bandierina bianca e rossa, omologata dal CAI nel colore e nelle dimensioni, poco invasiva, rispettosa dell’ambiente, la possiamo trovare ora in tutti i magnifici quadranti dell’Area protetta più estesa d’Europa. Il rettangolo bicolore, è impresso nei punti strategici, di rado lo sostituisce l’omino di pietra lungo il percorso. Il segnavia CAI è divenuto, grazie al lavoro dei soci volontari del Club Alpino di Castrovillari e di Emanuele Pisarra e Giorgio Braschi, l’amico fedele che orienta in sicurezza, in aree wilderness, su vette, contrafforti e percorsi ad anello. Ci conduce presso sorgenti, fiumi, cascate, segni dell’orogenesi. Sono tornati fruibili alpeggi e radure abbandonate da una generazione. La natura presto divenuta matrigna, era lì pronta a riprendersi tutto con un’invadente vegetazione fatta di rovi, ginestre e arbusti. Sono stati rivisitati, di proposito a monito, i luoghi simbolo dove, lo sfruttamento irrazionale, ha prodotto danni irreversibili all’ambiente. In altri casi, invece, il sentiero mostra i luoghi esemplari dove la presenza sostenibile nel passato ci consegna, sì diroccati, ma ben integrati nel paesaggio, casolari ed ovili ormai essenziali nelle forme e costituiti da muri a secco sbriciolati che non reggono più all’inclemenza del tempo! Vicino ai segni del trascorso, le piante domestiche testimoniano presenza e poi abbandono dei luoghi. Talvolta, il sentiero si apre un varco, per raggiungere splendidi esemplari longevi, di Pino Loricato (icona del Parco) e singolari faggi cresciuti sulla corona del ceppo, come canne d’organo gigantesche. Essi stupiscono per il loro fantasioso apparato radicale a piovra. Alcune vie, sono curate anche per la gioia dei naturalisti: conducono a profumate praterie di violacee o a biotopi della forma plastica vegetale: Pinus Leucodermis. Nella progettazione ed esecuzione, è prevalsa la logica di favorire le esigenze degli escursionisti e delle comunità, che insistono sui luoghi. Si è privilegiato il binomio sentiero-borgo e sentiero-rifugio, allo scopo di coinvolgere e promuovere nuove fonti turistiche (prodotti tipici locali, fiere, festival, vacanze). Con questo progetto finalmente alcune zone del Parco escono dall’anonimato. È favorito il turismo sostenibile, che a ritmi lenti ed in punta di piedi attraverso il sentiero e, solo su questa traccia, può inoltrarsi in quelle aree a conservazione naturalistica, di cui il Pollino si pregia. Resta bene inteso, pèrò, che seppur il sentiero rappresenta la via maestra per immergersi nell’ambiente montano ed è lo strumento che incentiva la presenza umana sulle montagne solo l’ausilio di una Guida ufficiale del Parco riesce effettivamente ad approfondire e completare tutti quegli aspetti (culturali, storici, naturalistici, ambientali) che ruotano intorno ad un viaggio in un ambiente incontaminato, integrato nella fisicità e nelle peculiarità locali. Quindi, la Globalità attraverso la conoscenza diretta di usi e costumi, di ambienti europei.
Questo l’elenco dei sentieri tracciati e fruibili nell'immediato:
Calabria
n. 601E > Piano Novacco – Morano Calabro (Sentiero Italia)
n. 621 > Piano di Lanzo - Cozzo Pellegrino
n. 625 > Acquafomosa – Santa Maria del Monte
n. 631 > Piano Novacco – Monte Caramolo
n. 659 > Laino Borgo – Fiume Lao
n. 901 > Morano Calabro – Santuario Madonna del Pollino (Sentiero Italia)
n. 906 > Mormanno – Monte Cerviero
n. 941 > Colle Marcione - Monte Manfriana
n. 941A > Passo del Principe – Piano Ratto Piccolo
n. 945 > Colle Marcione – San Lorenzo Bellizzi
n. 946 > Cerchiara di Calabria – Santuario Madonna delle Armi
Basilicata
n. 902 > Rifugio De Gasperi – Monte Grattaculo
n. 910 > Rifugio Fasanelli – Serra di Mauro
n. 915 > Castelluccio Superiore – Monte la Spina
n. 920 > Colle Impiso – Serra del Prete - Gaudolino - Colle dell'Impiso
n. 930 > Albanete – Santuario Madonna di Pollino
n. 940 > Bosco Magnano – Recinto del Capriolo
n. 950 > Lago Duglia – Serra di Crispo
n. 970 > Rifugio Bosco Favino – Monte Alpi
Il Re Sole è tornato!
Sotto le sue sembianze un lupo solitario (ma non tanto) che in cerca del dominio sul proprio branco si aggira indisturbato nel reame del Parco Nazionale del Pollino.
Cambia, com’è giusto che sia, il pelo ma non il vizio. Non conosciamo le sue motivazioni: di certo censisce con un’arma bianca gli alberi migliori del Parco del Pollino facendoli suoi.
Marca il territorio del suo regno lasciando le sue Fatte sugli alberi lungo tutti i sentieri frequentati dagli escursionisti (soprattutto nella parte orientale del Parco) lasciandoli increduli per un così Forte richiamo amoroso. È in cerca -forse- della sua anima gemella.
Seguendo le sue Forme, più che per l’odore per il gesto spregevole che va perpetuando e perpetrando, è stata scoperta la località in cui ha scavato la sua tana e dalla quale parte -da solo o insieme al branco- per le sue escursioni taglienti.
Per evitare che alla lettera F se ne aggiunga un’altra a causa del suo accoppiamento qualcuno –nel frattempo- sta provvedendo ad un ripopolamento con esemplari disarmati.
Un forte appello rivolgiamo a chi lo dovesse incontrare: fermatelo!!!
Pubblico delle grandi occasioni per i festeggiamenti del decennale della Sezione di Castrovillari del Club Alpino Italiano. Dieci anni di escursioni e di passione verso la montagna, il Pollino in particolare. Nasceva a maggio del 1999 il Club Alpino Italiano-Sezione di Castrovillari. Un'impresa cercata e mai raggiunta da parte di una decina di pionieri mossi dall'amore verso il massiccio calabro-lucano dagli anni Cinquanta in poi. Formalizzata, infine, alla fine degli anni Novanta grazie alla caparbietà dell'attuale presidente Eugenio Iannelli. All’evento -svoltosi sabato 9 maggio in un'affollata sala del Protocovento francescano- coordinato da Luigi Troccoli, hanno partecipato: Franco Blaiotta, sindaco della Città, Pietro Armentano, presidente della Comunità Montana del Pollino, Onofrio Di Gennaro, consiglere centrale CAI ed il presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, intervenuto per complimentarsi con il CAI di Castrovillari e per annunciare che a breve il Parco darà al CAI l'incarico di segnare i sentieri che stanno per essere ripristinati per la stagione estiva. Una sinergia, quella tra Parco e CAI già sancita in altre occasioni e che continua a rafforzarsi ispirandosi proprio a quell'amore dei "Pionieri del Pollino" raccontati in una mostra (aperta sino al 17 maggio) e in un catalogo dal socio del CAI Mimmo Pace. Hanno desiderato esprime parole di augurio e soddisfazione anche il consigliere provinciale Biagio Diana e il vice presidente regionale del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino Umile Guido. Sorpresa molto gradita ed apprezzata la presenza ed il saluto del Signor Prefetto di Cosenza.
Nella mattinata di ieri, domenica 22 marzo, alla presenza delle autorità locali, dei rappresentanti del Parco Nazionale del Pollino e del Corpo Forestale dello Stato, MeteoWeb e CAI di Castrovillari hanno inaugurato una nuova stazione meteo. Si tratta di una Davis Vantage Pro 2, è installata presso il Rifugio Biagio Longo del Cai di Castrovillari in contrada Campolongo, nel territorio del Comune di Mormanno, a un passo dalla piana di Campotenese (e dall’omonimo svincolo dell’A3), all’interno del territorio del Parco del Pollino. Prosegue il "Progetto Pollino" di MeteoWeb: al datalogger installato a Piano Ruggio ( 1.510 metri sul livello del mare) adesso si somma questa Davis Vantage Pro a 1.028 metri sul livello del mare. Le condizioni meteorologiche di questo primo weekend della nuova stazione meteo sul Pollino hanno consentito già un’ottima performance: sabato sera, prima della mezzanotte, con cielo poco nuvoloso, la temperatura era già crollata a -3,1°C. Poi, nel corso della nottata il cielo s’è coperto e una fitta nevicata ha accumulato circa 5cm al suolo, sempre con temperatura sottozero. I dati saranno pubblicati su http://www.meteoweb.it/ a cadenza settimanale, finchè (probabilmente già dall’estate, in poi) la stazione meteo non sarà messa in diretta-live. I tecnici del Cai di Castrovillari e di MeteoWeb hanno già progettato come inserire online la stazione e nei prossimi mesi saranno effettuati i lavori che servono per portare la banda larga al Rifugio, il cui sistema è già predisposto. Così gli amanti del Pollino, gli escursionisti, gli appassionati di natura, montagna e meteorologia potranno seguire in diretta l’evoluzione del tempo in uno dei Massicci più belli e interessanti d’Italia. "Sono estremamente soddisfatto - dichiara il Presidente di MeteoWeb, Peppe Caridi - che oggi portiamo a termine questo nuovo progetto nel Parco del Pollino, un'area davvero splendida, dalla natura tanto selvaggia quanto sorprendente, lussureggiante e meravigliosa. Il clima di questo massiccio, che durante la piccola era glaciale conclusasi nel diciassettesimo secolo era il ghiacciaio più meridionale d'Italia, è estremamente interessante e avere varie centraline di monitoraggio ambientale ci consente di poterlo studiare meglio, con mezzi tecnologici all'avanguardia. Siamo entusiasti e orgogliosi delle attività della nostra Associazione, una ONLUS nata nell'autunno 2005 che ci consente di avere grandi soddisfazioni da quella che è la passione più bella e vissuta della nostra esistenza. Siamo grandi appassionati della meteorologia, del clima e amanti della natura. Le nostre iniziative, volte alla tutela ambientale, alla salvaguardia del territorio, vanno da convegni scientifici sulla meteorologia e la climatologia a mostre fotografiche, da progetti di monitoraggio ambientale e meteorologico alla realizzazione online, nel nostro portale, di bollettino di previsioni del tempo aggiornati live, ad ogni ora di ogni giorno, mettendo così la nostra passione a disposizione dei cittadini. Oggi facciamo un altro grande passo avanti che per noi non è certo un punto d'arrivo, un traguardo, ma invece una nuova partenza, l'inizio di un nuovo percorso ancor più intenso e appassionante nei meandri della scienza che studia gli affascinanti meccanismi dell'atmosfera". “Eugenio Iannelli, presidente della Sezione CAI di Castrovillari, esprime compiacimento ed orgoglio per la realizzazione di questo importante progetto e sottolinea come la stazione meteo, unica nella parte calabra del Parco del Pollino, rappresenta il raggiungimento di un altro importante traguardo che la Sezione aveva in cantiere fin dall’inaugurazione ed apertura del rifugio. Esso rappresenta –dopo la segnatura di 131 km di sentieri ed alla implementazione informatica di questi attraverso il webgis- un ulteriore passo avanti nel perseguire e cercare di raggiungere quel processo di identificazione che vede il rifugio “Biagio Longo” come un indispensabile punto di riferimento ed un fondamentale presidio culturale per il mondo escursionistico, per gli appassionati di natura, montagna e meteorologia che desiderano conoscere il Parco del Pollino, riuscendo a soddisfare le più variegate esigenze che da questi provengono.